Matteo Calatri è uno di quei nomi che si fanno udire dalla scena surfistica italiana da almeno un decennio. Cagliaritano di classe 2002, ha uno stile molto pulito e tecnico, preciso su ogni sezione. Indovinate la specialità della casa? Aerials a non finire, quasi atipico per il surf italiano. È stato campione nazionale diverse volte, sia nella carriera junior sia in quella open, e da anni ormai viaggia il mondo per allenarsi e lasciare il marchio sardo nel panorama surfistico internazionale. Anche lui, come Francesco Lazzarini, ha fatto parte di quello che all’epoca era il Blackwave Pro Team, capitanato dal coach Nicola Bresciani che ha portato i ragazzi alla scoperta degli oceani per affrontare settimane full-focus di allenamento.
In che periodo sei stato nell’Academy?
Ho fatto parte dell’Academy quando avevo circa 15-16 anni. È stato il periodo in cui ho iniziato a viaggiare per l’Italia con quello che, tuttora, è il mio gruppo di amici. Ci spostavamo per gareggiare e per allenarci, tra Recco, la Toscana, Roma e casa mia, in Sardegna.
Qual è il tuo ricordo più bello degli anni in Academy?
Non ho un ricordo più bello degli altri: ne ho vari ma sono tutti unici. Diciamo che quello che più mi è rimasto da questa esperienza è stato il gruppo di amici che si è creato. Surfare in compagnia di quelli che all’epoca erano già i miei migliori amici mi ha regalato grandi momenti di gioia e divertimento.
Qual è il ruolo del surf nella tua vita attuale?
Il surf è il mio tutto: il mio stile di vita, la mia passione, il mio sport. Mi permette di staccare dalla frenesia della città e della routine quotidiana, di isolarmi per quei momenti dal mondo esterno. Più di qualsiasi altra cosa, però, ribadisco che è la mia passione più grande.
Cosa consiglieresti ad un bambino o una bambina che inizia oggi il suo percorso nell’Academy?
L’unico consiglio che potrei dare è di sfruttare al meglio l’occasione che ha e di divertirsi il più possibile. Non aggiungerei altro, penso che questo basti per viversi un’esperienza del genere.